Oltre l’Arcobaleno. La Judy Garland di Monica Guerritore

Be a star was easy, life was difficult”, disse Judy Garland, la famosa cantante americana stroncata a soli 47 anni da una dose massiccia di barbiturici. End of the Rainbow è il nome dello spettacolo teatrale dedicato alla dotata e dannata Judy, interpretata da una fantastica Monica Guerritore in tour fino a Febbraio. La Guerritore è approdata anche al Circus di Pescara lo scorso Dicembre, dove ha incantato il pubblico per due ore portando in scena ‘la donna’ dietro ‘il mito’, trasmettendo con un’intensità toccante tutto il dramma contenuto in quella frase (“Essere una star è stato facile, vivere è stato difficile”) pronunciata dall’interprete statunitense.

L’attrice romana ha cantato dal vivo, accompagnata da tre musicisti, otto tra le più belle canzoni della Garland. “In questo spettacolo Judy -ha dichiarato la Guerritore- è innamorata pazza del suo giovane amante, è scoppiettante, folle, drammatica, stramba e tenerissima come solo una grande artista può essere ed è disperata come lo è una donna completamente sola nonostante i suoi innumerevoli amori. Tira avanti con la poca voce rimasta e supplisce a ciò donando al pubblico la sua anima. La sua vita è la scena e lì canterà e morirà tra lustrini e paillettes”.

Nata a Grand Rapids il 10 Giugno 1922, Judy Garland è considerata una delle più importanti artiste del XX secolo. Viene ricordata soprattutto per la grande presenza scenica e per la sua voce definita “profonda e duttile”, anche se si rivelò anche una notevole attrice e ballerina. Nel 1939 interpretò il ruolo della protagonista del musical Il Mago di Oz, la sognatrice Dorothy. Grazie alla commedia musicale diretta da Victor Fleming, conquistò pubblico e critica, vincendo addirittura l’Oscar giovanile nel 1940.

La canzone Over the Rainbow (anche nota con il titolo Somewhere Over the Rainbow), colonna sonora del musical, ottenne un successo sconfinato. Nel 1981 ha vinto il Grammy Hall of Fame Award. Le cover della suddetta sono innumerevoli. Alcuni nomi celebri? Tra gli autori e le autrici delle varie cover troviamo Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Aretha Franklin, Ray Charles, Deep Purple, Eric Clapton, Leona Lewis, Eva Cassidy, Kylie Minogue e Celine Dion oltre alle nostrane Mina, Malika Ayane e Chiara Galiazzo, la vincitrice del talent-show X Factor 2012. I discografici statunitensi l’hanno addirittura eletta “miglior canzone del XX secolo”.

Il titolo significa letteralmente “Oltre l’Arcobaleno”. Il nome del dramma musicale ideato da Peter Quilter andato in scena a Broadway e appunto interpretato dalla Guerritore nella versione italiana è un omaggio a questa intramontabile canzone. Come mai, però, il nome del musical è “Fine dell’Arcobaleno” (End corrisponde appunto alla parola fine) e non “Oltre l’Arcobaleno”? Forse perché è incentrato sulla parabola esistenziale di Judy Garland, ergo sul suo mesto e drammatico capolinea come persona, non certamente sulla sua ‘fine’ artistica in quanto sia la canzone sia il personaggio sono e rimarranno Leggenda.

Monica in versione Judy GarlandTornando all’Arcobaleno, sul palco del Circus è stata Monica Guerritore a condurre magicamente il pubblico oltre quel romantico e malinconico arco multicolore, interpretando magistralmente la Garland durante la sue ultime settimane di vita, in cui si trova a Londra nel ’68 con l’ultimo fidanzato Mickey Deans per una serie di concerti.

La diva e il futuro quinto marito alloggiano in una suite dell’Hotel Ritz Carlton al centro della metropoli londinese. La Garland parte con le miglior intenzioni ma alla fine cede alla pressione ricominciando a bere frequentemente e usare barbiturici in quantità smisurate. Accanto a lei, oltre a Deans, c’è anche Anthony, il suo pianista omosessuale nonché l’unico a preoccuparsi davvero per lei come persona e non come star.

Nonostante Anthony ce la metta tutta per riuscire a salvare Judy dalla futura autodistruzione, inesorabile si avvicina il triste epilogo e non a caso la Guerritore-Garland, stremata da una vita vissuta nel bene e nel male sempre al massimo, s’accascia al suolo, mentre nel teatro risuona la bellissima voce originale della star americana sulle note della struggente ‘Canzone dell’Arcobaleno’.

Una conclusione simile all’altrettanto intenso e commovente spettacolo Mi chiedete di parlare, dedicato alla celebre giornalista e scrittrice fiorentina Oriana Fallaci. La Guerritore riesce puntualmente a dare voce ai lati poco esplorati dei suoi personaggi, “precipitando” totalmente dentro questi ultimi e riemergendo con alcuni loro brandelli d’anima. In End of the Rainbow così come in Mi chiedete di parlare due costanti pervadono il palco e la sala: la fragilità (sia della Garland sia della Fallaci) da una parte e la tenacia femminile dall’altra.

Essere Donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai, come direbbe la Fallaci.

Oltre ad essere un’artista sublime nonché un’attrice camaleontica, la Guerritore è innanzitutto quanto semplicemente…una Donna. Come le sue splendide e indimenticabili Judy e Oriana.

 

 

Chiara GreyPen

twitter.com/GreyPen

 

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